venerdì 11 ottobre 2013

Un po' di teoria del nuoto


Eccoci al primo articolo di questo periodo senza traversate, oggi un po' di teoria sul nuoto; cerchiamo di capire qualche cosa in più su questo sport.

Tutte le informazioni sono fornite in modo "semplificato", sta a voi poi comprenderle (eventualmente approfondirle)  e, se vorrete, applicare le nozioni nelle vostre sessioni di allenamento.

Nel nuoto si consuma energia per il galleggiamento e per procedere. La resistenza dell'acqua all'avanzamento è notevole, nonostante quello che si possa pensare; tale resistenza dipende dalle caratteristiche dell'acqua, dalla sezione frontale del nuotatore, da un coefficiente aerodinamico e dalla velocità.


Detto questo ne consegue che per migliorare possiamo agire solo su 3 punti:
  • la sezione frontale: ovvero l'assetto mantenuto durante la nuotata, minore è la superficie che si "infrange" sull'acqua minore è la resistenza all'avanzamento;
  • la velocità: che deve essere il più grande possibile in trazione e spinta;
  • il coefficiente aerodinamico: che è il risultato di tutte le forze in gioco.

Appare evidente che il nuotatore poco allenato o "fai-da-te" non sarà in grado di ottenere gli stessi risultati di un nuotatore più esperto ed allenato nella tecnica; un movimento corretto nell'esecuzione della nuotata permette di mantenere un assetto migliore (minore sezione frontale possibile) con minore resistenza dell'acqua, guadagnando così in velocità e portanza (ovvero altro aiuto al galleggiamento oltre al principio di Archimede!)


Non ricordo dove ho letto questa frase, quindi perdonatemi se non cito la fonte, ma è veramente azzeccata:
"Il nuoto non è uno sport aerobico come gli altri, il nuoto è tecnica, il nuoto è un'arte"

Buon allenamento.

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